RUFUS
di Raimondo Rotondi
-
Quelli come te, mi danno il voltastomaco. Pensi di essere migliore di tutti. Ce
l'hai scritto in faccia. Fai questo lavoro come nessun altro. Ma lo fai con
sufficienza. Dai l'impressione di impegnarti soltanto in minima parte e di
annoiarti, in fondo. -
Per
assurdo che possa sembrare, già altre volte, ti è toccato ascoltare simili
scemenze, da qualcuno. Mai in latino, come adesso, però.
Neanche
hai mai risposto in latino, come stai facendo:
-
Senti, lanista... - Ti interrompi, fissando la spada che impugni, nella mano
guantata di cuoio pesante.
C'è
qualcosa che non funziona.
Il
lanista, vedendoti esitante, continua la sua sparata:
- Oggi
ti faranno secco e mi toglierò il tuo grugno di torno, per sempre. Stasera
festeggerò la tua morte. Berrò alla tua scomparsa, fino a scoppiare.-
Il
ghigno osceno si trasforma in risata triviale, nel grumo di trivialità che è la
sua faccia. Soppesi il gladio nella mano. Ottima arma, di fabbricazione
spagnola, che il lanista guarda adesso con preoccupazione. Due armigeri, ad un
suo cenno, hanno messo, senza fretta, mano alle spade. L'intervento, nel caso,
non sarebbe zelante, nè rapido. Devono amare quel tipo come lo ami tu.
Ti
accontenti dell'espressione di terrore. Saluti, girando le spalle.
-
Ci vediamo più tardi, lanista. -
-
A mai più rivederci, Rufus. -
-
Perché mi ha chiamato Rufus? -
-"Perché ti chiami
Rufus. Con quei capelli, come vuoi chiamarti?"-
Dalla
celata dell'elmo, intravedi ciocche di capelli rossi. In sogno hai cambiato,
addirittura, colore di capelli.
-"Sicuro che sia un
sogno?"-
-
Cos'altro può essere? Certo che è un sogno. -
-"Hai vulcanica
fantasia da scrittore, nell'altra vita. Ma la realtà può essere molto più
fantasiosa."-
-
Perché l'altra vita? Quella è la mia unica vita. Questo è un sogno.-
-"Non ti senti
straordinariamente a tuo agio, vestito così?"-
-
Si, ma in sogno tutto è possibile. -
- "Porti trenta chili
di armi addosso. Nell'altra vita ti muoveresti a fatica. Non hai notato quanto
sei alto? Sembrano tutti piccoli, a confronto. Questo è il tuo lavoro e lo fai
benissimo. Sei uno dei migliori gladiatori mai esistiti." -
-
Gladiatore? Lo sapevo. Neanche in sogno un lavoro tranquillo. Potevo sognare di
essere commerciante, con un negozietto di garum da qualche parte, invece... -
-"Non puoi essere
quello che non sei. Sei gladiatore e basta. Pensa a quello che stai facendo,
adesso. E' l'incontro più atteso della stagione: "Rufus contro
sette". Sono venuti anche da molto lontano per vederlo. Quel porco di
lanista l'ha venduto a non so quanto. Anche tu guadagnerai parecchio, se ne
uscirai vivo. La cosa è molto improbabile, però. Addio, Rufus. Buon
lavoro."-
La
voce adesso tace. Puoi goderti il sogno. E' molto bello. Le cose sono reali,
nitide. Sembrano vere.
Entri
nell'arena accolto dalle ovazioni della folla: "Rufus, Rufus, Rufus".
Urlano
estasiati. Sono tutti in piedi ad applaudire. Le donne lanciano fiori e ciocche
di capelli. Le più ardimentose si sporgono dalla balaustra per toccarti. Fai il giro d'onore in un tripudio di
applausi. Saluti la tribuna delle autorità col consueto "ave", senza
aggiungere altro. Come al solito, non guardi neanche chi è seduto sullo
scranno. La folla applaude. E' uno dei tuoi pezzi forti.
Conosci
tutto questo. Calchi, con sicurezza, la terra di tufo che ricopre l'arena. Ti
senti a tuo agio, nell'armatura. Manovri lo scudo e il corto gladio come
facessero parte di te. Fai spontanee mosse acrobatiche, per divertire il
pubblico. Senti l'odore del tufo, del sangue che l'impregna, del cuoio, del
sudore. Una calma innaturale è scesa in te. Le narici sembrano dilatate.
Arrivano a tratti, dagli spalti, ventate di garum e pessimo vino. Sono
sensazioni reali, ma stai sognando.
"Nell'altra vita", come ha detto la
voce, puoi cavalcare l'immaginazione come un cavallo al galoppo, nell'immensa
prateria della pagina. Sai farlo. Sei nato per questo.
Ora
stai dormendo e questo è un sogno. Un sogno tanto reale da essere inquietante.
Gli
occhi vedono più del consueto. Il brusio della folla è sparito sullo sfondo,
come parte secondaria della scena. Guardi la porta da dove entreranno gli
avversari. Nelle membra una sensazione conosciuta. Da questo momento in poi, le
azioni avranno la velocità del pensiero. Il tempo si dilaterà. Avverrà in
attimi, ma ogni particolare resterà nella mente, come un avvenimento
lentissimo. Dettagli lancinanti entreranno negli incubi. Faranno delle future
notti, abissi d'orrore.
Entrano,
i "sette contro Rufus". Salutano l'uomo col mantello rosso, seduto
sullo scranno.
Quando
si girano dalla tua parte, li guardi bene.
Il
primo è un gigante biondo, coperto di maglia di ferro ed elmo a punta, senza
ornamenti.
Manovra
un'enorme ascia bipenne, facendola ruotare parallela al suolo, a mezza altezza,
con abilità. Il movimento, sicuro e fermo, dimostra forza senza pari. Negli
occhi, la memoria di tante morti già viste.
Un
altro gigante, sempre biondo e vestito di ferro, mulina una mazza ferrata
dall'aspetto micidiale.
Tre
orientali, con daghe serpeggianti e senza armatura, seguono i due da presso.
Saltano e guizzano in continui movimenti acrobatici.
Gli
ultimi due, con scudo e gladio, si tengono qualche passo indietro.
Nessun
ornamento scenografico. Il vero spettacolo sarà la tua morte, nell'intenzione
del lanista. Lo vedi con la coda dell'occhio, seminascosto tra il pubblico,
bramoso di sangue e di vederti crollare.
I
due giganti puntano dritto. Avanzano, incrociandosi in lenti movimenti
orizzontali. Ne conosci la lentezza ingannevole. Scatteranno di colpo, veloci
come belve. Ma belva peggiore hanno di fronte. Come aquila sulla preda, sei un
lampo, tutt'uno col gladio micidiale. Torni a volteggiare, nel cielo sicuro,
lasciando a terra il gigante, con l'ultima morte stampata negli occhi.
Scomposti
dalla sorpresa, si ammucchiano in fuga, come pecore, di fronte all'assalto del
lupo. Sei adesso lupi che azzannano nel mucchio, ritraendosi e tornando.
"Rufus contro sette" è ora "Rufus contro tre".
Guardi
gli avversari superstiti, ora attenti e guardinghi. Sei stanco e ferito. Non
sarà facile affrontarli.
Fai
fatica a respirare. Senti le braccia divenute pesanti.
Raccogli
le forze, in attesa dell'assalto finale.
Fortuna
che è soltanto un sogno e stai per svegliarti.
Almeno,
speriamo.