Cose che danno fastidio
(Chinasky77)

Il mio vecchio non ha mai saputo molto, ma una cosa la diceva come andava detta:
"Mai farsi fottere da certe stronzate".
Detta così, sembra roba da niente, una frase come un'altra, magari derivante da una cultura dialettale o da un qualche film di serie B.
Quand'ero più giovane, e la sentivo con le mie orecchie, pensavo proprio questo, e anche che il mio vecchio si stava rimbecillendo, con tutta probabilità.
Ma poi ne sono successe, di cose, e gli anni sono passati uno dopo l'altro, ho fatto esperienza, e alla fine, devo ammetterlo, non mi è rimasto niente, nel pugno chiuso.
Niente di niente, se non questo, questa frase, queste poche parole. Tutta la saggezza di cui ho bisogno.
Mai farsi fottere da certe stronzate.
Sembra facile, a dirsi. E sembra anche molto vago, per cui quando sei giovane non ti rendi conto, proprio non ti rendi conto di quali cose vadano annoverate tra le stronzate, e quali invece debbano realmente contare, in vista della vecchiaia e della morte e dell'opinione che ognuno ha di sé.
Ti prendi qualche sbronza, e non pare ci sia niente di male. Ti fumi un pacchetto di sigarette al giorno, e pensi che tanto si deve pur morire. E poi il lavoro, con la storia che si deve mangiare e tutto il resto, tutte cose già scritte e già sentite, ma che in fin dei conti sono la sostanza, quella vera.
Dicevo che quando sei giovane non ci capisci un accidente. Sotto il concetto di stronzata può passarci di tutto, e molti stanno lì a dirti che quella cosa non dovresti farla, quell'altra invece sì e via dicendo, ognuno ha la sua opinione su tutto, e calcolando che passiamo abbondantemente i sei miliardi, c'è qualcosa come un sei miliardi di opinioni diverse, tutte più o meno buone, e a star dietro ad ognuna finisce che sbagli. È matematico. Qualsiasi dannata lezione ti passi per la testa d'ascoltare, sbagli, proprio per il fatto che ognuno deve fare le proprie scelte, seguire la propria strada, e finire schiantato per proprio conto.
Finiamo tutti schiantati, prima o poi.
Ma anche questa è roba già letta.
Poi però arriva un momento, un momento in cui magari non puoi proprio definirti saggio, però un tantino più sveglio, e ti accorgi che la differenza tra il cazzone che eri, e quello che sei, è che finalmente hai imparato sulla tua pelle a distinguere il valore delle cose. No, meglio: l'essenza.
E così, finalmente hai capito di che parlava il tuo vecchio, quando diceva di non farsi fottere dalle stronzate.
È molto semplice. C'è il giorno in cui ti svegli, ti guardi allo specchio fumando una sigaretta, e capisci, e ti dici:
"Mi sto facendo fottere".
Harry dovette aspettare venticinque anni, per capire di che si trattava.
A lui capitò d'innamorarsi d'una donna.
Innamorarsi è molto vago.
Diciamo che cominciò a parlare con questa tizia, e la cosa gli sembrò molto bella, desiderabile. Cominciò a pensare a lei ogni momento della sua giornata, e intanto si diceva che sì, insomma, al diavolo, bisogna pur aprirsi un momento, di tanto in tanto. Se gli era sembrato bello parlarle, figuratevi quando cominciò a farsela.
Sì, lo so, non è molto romantico, ma è così che stanno le cose.
Cominciò a farsela, e a quel punto divenne una larva. Per lui contava solo sentire la sua voce, guardarle dentro le palle degli occhi, e sì, sempre quello, ci mancherebbe. Farsela.
Innamorato.
Cominciò ad avere paura di perderla, e infatti la perse, un giorno di primavera, un giorno qualsiasi, e il cielo diventò nero, all'improvviso.
Passò un mese, poi due, tre e così via. Cinque, sei, dieci, un anno.
E dopo un anno, Harry stava ancora lì. Vedeva le altre donne, parlava con loro, gli sarebbe piaciuto andarci a letto, ma nessuna gli dava nemmeno l'illusione di poter essere almeno simile a quell'altra, quella per cui si stava fottendo il cervello. Nessuna. Erano piatte, insipide, senza un minimo di prospettiva.
Gli costò molta fatica ammetterlo, ma gli mancava.
Qualcuno ci provò, a raccontargliela.Gli dicevano che in fondo certe cose sono dei bei ricordi che vanno conservati, che il tempo passa e bisogna rifarsi una vita, e che non si può buttare la propria gioventù nel cesso soltanto perché una stronza ha deciso di cacarti nel cranio.
Non sì può.
Ma Harry non ci sentiva. Smise di sperare che lei tornasse, ma non riuscì a togliersela dalla testa.
Ora, certe storie rimangono in sospeso, magari per un bel pezzo, ma poi in un modo o nell'altro trovano la strada per riprendere il filo, proprio da dove s'era lasciato il discorso. In teoria può succedere. Nel caso specifico del nostro ragazzo, la storia in questione era invece semplicemente sepolta.
Harry finì inevitabilmente per deprimersi, e non volle più saperne di niente.
Andava ugualmente al lavoro, usciva con gli amici e pensava ad altro. Tranne che per due momenti precisi, all'interno della giornata: quando andava a dormire, e quando si svegliava. In quelle due occasioni, lei gli tornava alla mente, prendendolo di sorpresa.
Alla fine si convinse che il suo doveva essere un amore di quelli tosti, di quelli che ti portano direttamente alla tomba, o che ti tengono per mano in attesa che qualcuno ti ci spedisca. Si convinse anche del fatto che un giorno l'avrebbe rivista e poi, be', chissà...
Ancora non gli era balenato per la testa, ma erano tutte stronzate. E lui, sì, si stava facendo fottere.
Poi trovò una ragazza. Era carina, era dolce, era una donna da sposare. A letto non era certo niente di speciale, però andava bene, in fin dei conti. Finirono per metter su casa, e famiglia. E gli anni cominciarono a passare indistinti, uno dopo l'altro, come sempre. Harry andava a timbrare il suo cartellino, pagava le tasse, innaffiava il prato. Helene, sua moglie, cucinava, faceva la spesa, e badava ai figli. Tutto normale.
Non voglio venirvi a raccontare che alla fine lui si dimenticò di quel suo amore, perché non è vero per niente. Però diciamo che imparò a conviverci, tenendolo nascosto quando era in mezzo agli altri, per poi magari rispolverarlo nei momenti di solitudine, magari anche sul cesso, o sotto la doccia, perché no?
Arrivò a trentacinque anni suonati. Ne erano passati dieci.
E così, una sera stava facendo due passi con il suo cane. Era un cane d'appartamento, uno di quelli che devi portare a spasso altrimenti te la fanno sul divano.
Il sole era tramontato da un pezzo e si stavano accendendo i lampioni.
Harry non ci mise molto a riconoscerla, quando la vide. ma se vi siete immaginati la situazione, avete di certo sbagliato. Non era là, per strada, né su di una panchina o dentro a una macchina. Harry inciampò in un foglio spiegazzato di una rivista. Una rivista pornografica. Come vi ho detto, non ci mise molto a riconoscerla.
Se ne stava lì, in quelle foto. La donna più bella che lui avesse mai visto, e di certo quella che aveva amato più d'ogni altra, si dilettava con cazzi che ce ne sarebbero voluti tre, di quelli di Harry, per farne uno soltanto.
Nel caso particolare, la scena si svolgeva...ah, ma che importanza può avere?
Il suo cuore cominciò a sanguinare, ma credo sia giusto dirvi perché.
Non per la pornografia. Voglio dire, è una professione come le altre, o uno svago, come vi pare. Niente di male nel prendere cazzi per prendere soldi.
No, non era la volgarità o chissà che altro.
È che gli venne da piangere, nel rivederla, e gli venne da piangere nel vederla mentre non era lui, a farsela, ma qualcun altro.
Gli venne da piangere, letteralmente. Andò fino ai giardinetti. Richiuse dietro di sé il cancello, lasciò libero il cane, e si coricò nell'erba.
Ormai c'era buio, si accese una sigaretta.
Mille pensieri gli vennero alla mente. Tutta una vita, in pochi secondi.
Pensò a certe serate, al profumo dei suoi capelli, a quanto era bello vederla ridere. E poi al sesso, e alle sensazione che mai gli era capitato di riprovare. Ci sono persone speciali, a questo mondo. Ognuno ha le sue persone speciali, quelle che si incastrano perfettamente in tutte le tue nevrosi, quelle che soddisfano ogni tipo di feticismo, quelle che infine sembrano essere nate per renderti felice, se ti rimangono accanto, o per renderti la vita un inferno, se ti piantano in un giorno di primavera, uno qualsiasi.
Un uomo diventa un uomo quando comincia a distinguere il buono dal cattivo, e quando si rende conto che non sono poi molte le cose che hanno davvero importanza, a questo mondo. Ma più di tutto, un uomo diventa un uomo quando impara a distinguere ciò che a ben guardare si può definire nient'altro che una stronzata. E l'amore, con tutto il bagaglio di sofferenza o felicità che si porta appresso, pare essere di questa fatta.
Fu quella sera, grazie a due foto porno, che Harry comprese quanto fosse saggio il suo vecchio, e quanto fosse vero ciò che diceva.
Mai, qualsiasi cosa succeda, qualsiasi merda vi capiti di dover ingoiare, be', credetemi, mai farsi fottere da certe stronzate.