di
Raimondo Rotondi
I
due discutevano, appoggiati al bancone del bar.
D’un
tratto, vennero alle mani, o così parve. S'avvinghiarono e caddero, uno addosso
all'altro.
Rimasero
a sgambettare, cercando di picchiarsi o d'alzarsi.
Genesio
accorse. Amava atteggiarsi ad uomo di rissa ed aveva un passato da pugile. Almeno
così raccontava.
Voleva
separarli o picchiarli a sua volta. Nessuno lo seppe mai,
Nella
foga inciampò e cadde male. Cadendo, incrociò il piede dimenato in aria da uno
dei due. Beccò in pieno viso un tremendo calcio.
Rimase
un attimo intontito, poi cercò di alzarsi.
Smanacciando
a caso, s'aggrappò ai pantaloni del dottor Turtunuto che leggeva il giornale, completamente astratto
dall'ambiente circostante.
Il
dottore, richiamato di colpo alla realtà, si trovò davanti una bestia
insanguinata che ruggiva parole incomprensibili. Alzarsi fu una reazione
istintiva e maldestra. Perse l'equilibrio. Tentando di reggersi, s'aggrappò ai
capelli di Genesio e lo colpì, per caso, con una ginocchiata.
Il
colpo fu micidiale. Centodieci chili di Genesio rovinarono a terra, a baciare,
pienamente corrisposti, il pavimento.
Il
dottore non aveva capito niente. Gli altri avventori neanche. La scena,
rapidissima, s'era svolta nel momento in cui tutti guardavano l’episodio
controverso di una partita di calcio, in televisione.
Richiamati
dal trambusto, avevano visto l'incredibile.
Il
pacifico dottor Turtunuto aveva picchiato quell'animale di Genesio, fino a
spedirlo al tappeto.
I
due avventori, non troppo lucidi, erano stati all'origine di tutto, ma non se
n'erano resi conto. Alzandosi, avevano visto il dottore che assestava una
tremenda ginocchiata a Genesio, reggendolo per i capelli.
Questo
avrebbero riferito, dopo. Non avrebbero mai saputo che la loro caduta era stata
scambiata per lite. Non avrebbero saputo neanche che un loro calcio casuale era
all'origine del KO di Genesio.
L'aspetto
del dottore, frastornato e scarmigliato, era in pieno accordo con la scena.
Il
brusìo salì fino a diventare insopportabile.
-
Perché? - Si chiedevano tutti.
Genesio
era l'amante della moglie del dottore. Qualcuno lo sapeva e diffuse la notizia.
Fu,
di colpo, tutto chiaro. Era la classica lite per questioni di corna.
L'ambulanza
ed i Carabinieri arrivarono insieme, a sirene spiegate. S’era già radunato
mezzo paese.
L’infermiere
fu preso dal panico, nel vedere Genesio a terra, col volto affondato in una
pozza di sangue.
Vide
il dottor Turtunuto, primario dell'ospedale, e chiese consiglio.
Il
dottore, ancora frastornato, si chinò su Genesio per cercare di capire la
situazione.
-
Fermo! -
I
Carabinieri, immaginando che volesse finire l'avversario, s'affrettarono a
bloccarlo.
Il
Maresciallo, uomo di buon senso, sentiva, però, che qualcosa non quadrava.
Conosceva
Genesio come tipica "testa calda", sempre implicato in tutte le risse
del circondario. Conosceva il dottor Turtunuto, apprezzato chirurgo e poeta per
hobby, afflitto da una moglie intrattabile e molto chiacchierata.
Sapeva
che le chiacchiere sulla moglie, non erano solo chiacchiere.
L'aveva
vista spesso in atteggiamento inequivocabile, in ambiente vocato, intenta al
suo hobby preferito.
Il
povero dottor Turtunuto era conosciuto come uomo imbelle, con la testa sempre
fra le nuvole, distratto fino alla leggenda.
Eppure
centodieci chili di muscoli rissosi erano stati messi a tappeto da sessanta
chili d'inoffensivo poeta.
-
Si può sapere cosa cavolo è successo? - Chiese, rivolto a tutti ed a nessuno.
-
Si sono picchiati. -
-
L'ha picchiato. -
-
L'avrà aggredito e si è difeso. -
-
Va bene. Basta così, per adesso…-
Genesio
fu ricoverato: trauma cranico, commozione cerebrale e frattura del setto
nasale.
Il
Maresciallo sperava nella sua rete d'informatori. Questi, di solito, orecchiano
e riferiscono le voci che girano.
In
quel caso le voci di popolo erano unanimi: il dottore aveva picchiato l'amante
della moglie. Nessuno, però, riusciva a spiegarsi come.
La
forza e l'aggressività di Genesio erano famose e temute. Il dottore sembrava
incapace di far male ad una mosca.
Iniziarono
a nascere leggende. Il dottore s'era iscritto ad una palestra lontana,
allenandosi di nascosto per mesi. Aveva assunto un allenatore giapponese che
gli aveva insegnato tutti i segreti di non so quale lotta. Aveva usato un
tirapugni che poi aveva fatto sparire. Aveva minacciato Genesio con la pistola.
Qualcuno
sosteneva, invece, che Genesio s'era difeso con la pistola, facendo infuriare
ancora di più il dottore.
Le
chiacchiere cercavano, a modo loro, di trovare spiegazioni ad un fatto che
restava incredibile.
La
moglie del dottore sarebbe stata, in seguito e suo malgrado, costretta alla
fedeltà.
Il
pacifico dottor Turtunuto s'era conquistato la fama d'uomo terribile. Tutti
sapevano adesso quanto fosse pericoloso avvicinarsi alla moglie. Anche lei, in
fondo, avrebbe cominciato a guardarlo con altri occhi.
Il
dottor Turtunuto, da parte sua, aveva capito poco.
Andava
convincendosi che Genesio l'avesse aggredito e la sua reazione istintiva fosse
stata, per caso, micidiale.
Genesio,
a causa dei colpi ricevuti, non ricordava niente.
Doveva
ritenere che quello che gli raccontavano fosse vero. Lo scocciava ammetterlo,
ma era stato picchiato dal marito della sua amante.
La
carriera dei bulli rissosi finisce, quando qualcuno riesce a dargli la lezione
che meritano. Anche la carriera di Genesio era, dopo tanto, giunta al termine.
Il
maresciallo aveva dovuto accettare, a malincuore, l'assoluta evidenza dei
fatti. Il dottor Turtunuto, scoperta la relazione di Genesio con la moglie,
l'aveva affrontato e conciato per le feste.
Genesio
meritava quello ed altro, ma si trattava pur sempre di un'aggressione.
Il
caso, da quel momento, diventava di competenza dei Tribunali. Il maresciallo
sperava, in cuor suo, che il dottore se la cavasse con poco.
I
bulli, come Genesio, la vanno a cercare. Non possono lamentarsi quando la
trovano.