di Raimondo Rotondi
- Ce l’hai
cinque minuti? Mi devi scrivere una cosa -
-
Come no! Ci mancherebbe! Cosa devi scrivere?-
-
Mi devi aiutare tu, che hai fatto le scuole alte. -
-
Non erano tanto alte, appena due piani. -
-
Si, insomma... hai capito cosa voglio dire. E poi, ho sentito che sei bravo.
Sei addirittura poeta.-
-
Più o meno. -
-
Lo sai che mi piace la poesia della ginestra? -
-
La poesia della ginestra? -
-
Si, quella che si vede, sotto, il lago col gabbiano innamorato... Adesso non me
la ricordo bene, però è bella. -
-
Sarà bella, ma non l’ho scritta e non la conosco. -
-
Come no? Poi te la porto. Ce l’ho a casa. E’ proprio bella! Bravo! Ma adesso
scriviamo questa cosa. -
-
Cos’è, una lettera? -
-
No! Non una lettera. E’ più... come si dice... quando uno chiede una cosa... -
-
Una domanda? -
-
Come una specie di domanda... che però me la devono dare, perché mi spetta e
sarebbe ora. Che cavolo! L’hanno data a tutti! -
-
Ho capito! Hai fatto la domanda e vuoi una risposta. Comunque sia, è una
lettera.-
-
Non è una lettera e non ho fatto nessuna domanda, però me la deve dare lo
stesso! Se no faccio un macello! -
-
Chi te la deve dare? E, soprattutto, che cosa? -
-
Cosa, lì... la figlia di Coso, quella che sta vicino al Sindaco, mi deve dare la cosa... -
-
Cosa, la figlia di Coso, ti deve dare la cosa? E la chiedi per lettera? -
-
Ecco qua! Sei come gli altri! Mi prendi in giro! Ma io spacco tutto! Faccio un
macello! Mi devono dare la... come si chiama... accidenti! Aiutami un pò! La
cosa che si dà quand’uno è coso. Ce l’hanno tutti! Soltanto a me non l’hanno
data! -
-
Calmati e cerca di spiegarmi, se no questa lettera non la scriviamo. -
-
E ridagli con la lettera! Non è una lettera! -
-
Lettera, domanda, quello che sia. Fammi capire qualcosa, perché non ho capito
niente. -
-
Mi devono dare la cosa. Lo vuoi capire? -
-
Mi stai facendo venire il mal di testa. Cerca di spiegarmi alla meglio cos’è
questa cosa che ti devono dare. Se non so di che si tratta, come faccio a
scrivere la lettera? -
-
Non è una lettera, ho detto! -
-
Va bene! Non è una lettera! Ma, la cosa, si può sapere cosa cavolo è? -
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Non ti arrabbiare! Calma! Adesso cerco di spiegarti. Mi devi scusare. Sono un
pò ignorante. Non è colpa mia. -
-
Non serve mica uno scienziato per dire cosa vuoi e da chi lo vuoi!-
-
Ma loro lo sanno! Fanno i finti tonti per non darmi... -
-
... La cosa! Accidenti alla cosa, qualunque cosa sia! Loro, almeno, chi sono? -
-
Il Sindaco, quando si riunisce con i Cosi... come cavolo si chiamano? -
-
Gli Assessori? -
-
Si! Lo vedi che ci arriviamo? Il Sindaco, quando si riunisce con... come hai
detto? -
-
Gli Assessori -
-
Ecco, quando si riunisce con i cosi, come si chiama la cosa che fanno? -
-
La Giunta? -
-
No... come fosse una decisione... che votano pure... una cosa così. -
-
Una delibera? -
-
Ecco, sì, mi pare. Mi devi fare una cosa di quelle. -
-
Devo fare una delibera? -
-
Si, fammi una cosa così, con su scritto chiaro, come sai fare tu, che mi danno
la cosa. Io la porto da Cosa e la faccio firmare. Devi sbrigarti, però, che se
Cosa non la firma mi tocca andare da Coso, lì, quell’altro... -
-
Ma cosa cavolo stai dicendo? Come faccio, io, a fare una delibera? E, poi, mi
vuoi dire, una buona volta, cos’è questa cosa che ti devono dare? -
-
Siete tutti d'accordo! E' una truffa! Chi mi manda da una parte, chi
dall'altra. Dovete darmi la cosa, avete capito? Ma lo so io da chi devo andare!
Lascia perdere. Non scrivere niente! Ci penso io, ci penso, altro che
chiacchiere! -
-
Fa un pò come ti pare. -
Sono
passati diversi giorni, ma ancora non ho capito cos'era la cosa che voleva
Coso… lì… come si chiama...